Proctalgia e nutrizione coerente con prevenzione e terapia
Nella proctalgia è utile una nutrizione coerente con prevenzione e terapia per evitare i comportamenti alimentari che favoriscono le infiammazioni e aumentare i cibi a PRAL negativo. La proctalgia è un dolore intenso all’ano connesso generalmente a ragadi, emorroidi o a spasmi. Le ragadi sono un’ulcera lineare dell’ano, il cui sintomo caratteristico è rappresentato dal dolore urente ad ogni defecazione. Altro sintomo che accompagna spesso la proctalgia da ragadi è la perdita di qualche goccia di sangue di colore rosso vivo dopo ogni evacuazione. Raramente si può verificare una rettorragia, ovvero una perdita di sangue di maggiore entità. Nei casi più impegnativi di proctalgia si osserva una associazione tra ragadi e emorroidi. Le emorroidi possono coinvolgere la parte esterna al retto, con conseguente tumefazione evidente oppure coinvolgere la parte interna rettale ed essere meno visibili. Uomini e donne sono colpiti allo stesso modo, anche se le donne sono più a rischio causa gravidanza e parto. La proctalgia può aggravare con lo stress, la maldigestione o la stipsi. Anche lo sforzo a defecare può favorire il nascere di tale condizione patologica.
Particolari fattori di rischio per le emorroidi sono l’età, la gravidanza, l’alimentazione non equilibrata, concomitante patologia epatica, sovrappeso, sedentarietà, tabagismo e abuso di farmaci. La diffusione della proctalgia in relazione con l’abitudine a un’evacuazione in posizione seduta. Una posizione accovacciata più “naturale” favorisce l’evacuazione completa proteggendo dall’insorgenza di patologie locali. Condizioni di stress possono causare proctalgia senza presentare lesione alcuna della zona implicata. In questo caso un disagio emotivo è implicato nel disturbo. La comparsa di proctalgia è però solitamente coincidente con stitichezza e/o diarrea perduranti nel tempo. Ma anche un bolo fecale particolarmente acido può causare il disturbo. La medicina convenzionale interviene con farmaci ad uso locale e nei casi più impegnativi si considera l’intervento chirurgico. La proctalgia può anche essere però anche un segno di patologie, che coinvolgono l’apparato gastrointestinale, motivo per il quale sempre è necessario un approfondimento diagnostico specifico. Nel trattamento della proctalgia la nutrizione svolge un ruolo rilevante. La nutrizione è utile per modificare quelle abitudini alimentari che favoriscono l’insorgenza della proctalgia Gli obiettivi della nutrizione sono i seguenti:
- ottenimento di peso corporeo e composizione corporea corretti
- formazione di un bolo fecale morbido
- formazione di un bolo fecale non aggressivo per le mucose
- riduzione dell’infiammazione cronica
- miglioramento del processo digestivo
- miglioramento della circolazione
Il carico glicemico degli alimenti aiuta a individuare una sequenza d’introduzione opportuna che rispetti i ritmi circadiani. In nutrizione una valutazione del PRAL Potential Renal Acid Load degli alimenti introdotti è importante per evitare la formazione di un bolo fecale iperacido e pertanto irritante l’ampolla rettale. Anche una situazione metabolica caratterizzata da disidratazione e riduzione della capacità digestiva enzimatica favorisce l’insorgenza di proctalgia caratterizzate da dolore e infiammazione. Carenze nutrizionali primarie o secondarie degli elettroliti necessari alla peristalsi aggravano il quadro. In particolare per i potenziali d’azione necessari alla propulsione del bolo ingerito, sono necessarie precise percentuali di elettroliti nei compartimenti opportuni. Una sequenza nutrizionale verificata tramite la diagnostica bioimpedenziometrica è calcolata per ristabilire la fisiologia nei seguenti parametri:
- recupero dell’idratazione
- riduzione dell’infiammazione cronica,
- riduzione dell’acidosi
- riduzione dell’ossidoriduzione
- recupero della circadianità nei feed back ormonali
- recupero della capacità digestiva enzimatica
La nutrizione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. Il trattamento tramite nutrizione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello