Polipi nasali nei bambini e nutrizione coerente con il trattamento
Nei polipi nasali dei bambini è utile la nutrizione per limitare il danno prodotto dall’infiammazione cronica tramite strategie alimentari idonee a ridurle. I polipi nasali sono tessuto linfatico nel rinofaringe con funzioni immunitarie e drenaggio. Il senso biologico della mucosa nasale è l’adeguamento dell’inalato alle condizioni più idonee per l’organismo che inala. La mucosa nasale in tal senso sono il tessuto che interviene nella valutazione dell’ambiente esterno. In seguito alla valutazione il naso e le prime vie aeree provvedono alla climatizzazione dell’inalato e alle reazioni necessarie in caso di presenza di agenti infettanti. La funzione “sentinella” della mucosa diviene essenziale tutte le volte che è necessario scoprire un nuovo ambiente, studiarlo e operare scelte idonee a renderlo fruibile. Il senso biologico dei polipi nasali è pertanto coerente con l’osservazione che la sua patologia affligge sopratutto bambini dopo il processo di scolarizzazione e tende scomparire con l’adolescenza. Per un bambino la valutazione e climatizzazione dell’ambiente è massimamente necessaria nell’acquisizione di spazi fuori della stretta protezione genitoriale.
Si definisce patologica la condizione di polipi nasali quando il loro tessuto è ipertrofico ovvero occupante uno spazio maggiore di quello anatomicamente previsto. La maggiore dimensione dei polipi nasali nei bambini può in tal caso ostacolare la corretta respirazione. La patologia dei polipi tipica per i bambini è dunque conseguenza proprio dell’ingombro del tessuto ipertrofico. Il problema più frequente lamentato dai bambini con polipi è la difficoltà respiratoria nasale. L’ingombro determina la preferenza dei bambini alla respirazione a bocca aperta. Tale preferenza determina anche la non climatizzazione dell’inalato e dunque infiammazione. Sono possibili infezioni secondarie alla difficoltà respiratoria su vari tessuti coinvolti. La cattiva crescita del massiccio facciale con ovalizzazione del palato, determina l’aspetto caratteristico dei bambini con polipi, tale da renderli spesso immediatamente riconoscibili.
Si apprezza la presenza di polipi nei bambini anche per la qualità della voce che si presenta nasalizzata con le lettere C spente e non risonanti. Tale difficoltà è maggiore nelle parole con tante C come coca cola oppure cioccolata. I polipi nasali nei bambini possono interferire per tale aspetto con l’acquisizione del linguaggio, la comunicazione e la socializzazione. Le complicanze dei polipi possono essere numerose e diverse in ogni singolo paziente, ma tali talvolta da determinare la necessità di terapia:
- sinusiti ricorrenti
- rinorrea
- adenoiditi
- respirazione orale forzata
- apnea notturna
- russamento
- disturbi del sonno
- enuresi notturna
- sonnolenza diurna
- ritardo nelle acquisizioni cognitive
- otite catarrale ricorrente ipoacusia secondaria
- disturbi della crescita e del comportamento,
- disturbi della crescita dentale e facciale;
- difficoltà di alimentazione
- disturbi del linguaggio
- disturbi della socializzazione
La terapia convenzionale dei polipi è sintomatica con l’impiego di decongestionanti nasali e antibiotici in caso in infezioni. Nella situazione di notevole ingombro può rendersi necessaria l’asportazione chirurgica dei polipi con ricostituzione nel rinofaringe del normale spazio. Spesso l’asportazione dei polipi è associata all’asportazione delle tonsille palatine affette in modo concomitante da simile patologia. L’intervento chirurgico deve essere ponderato con cautela alla ricerca di una proporzionalità accettabile tra l’invasività dell’atto medico e intensità dei disturbi patiti dal piccolo paziente. I polipi nasali che insorgono nei bambini vanno incontro ad atrofia intorno ai 12-14 anni di età. L’accompagnamento conservativo sin dai 3-4 anni è quando possibile la terapia preferibile.
Una nutrizione coerente con il trattamento è utile per applicare strategie alimentari idonee a ridurre l’ infiammazione cronica e la situazione metabolica iperacida tipica in questi pazienti. Qualità del cibo e orario di assunzione interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Cibo inadeguato comporta, infatti, una disregolazione del ritmo circadiano dei glucocorticoidi. Alla presenza uno stile di vita dettato dalla pubblicità e dalle abitudini o tradizioni, si assiste a un’alterazione dell’asse HPA. Gli effetti negativi di una circadianità perduta cortisolo e delle alterate retroazioni ormonali comportano l’alterazione della corretta risposta infiammatoria. Una nutrizione coerente con il trattamento seleziona i pasti secondo le retroazioni ormonali indicate, determina un equilibrio acido-base e un contenimento della risposta infiammatoria, della acidifciazione e del carico tossine immesse dall’industria alimentare nel cibo. La nutrizione coerente è uno strumento rilevante anche nella prevenzione oltre che nella cure di molte malattie. Cibo e terapia sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. Il trattamento tramite nutrizione è integrativo e non sostituitivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso l’Ordine dei Medici. La strumentazione per eseguire l’ analisi della composizione corporea è la premessa per un lavoro efficace. Il trattamento in nutrizione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello