Bartolini: l’infiammazione delle ghiandole e nutrizione coerente con la terapia
Nella infiammazione delle ghiandole di Bartolini è utile una nutrizione coerente con prevenzione o terapia per evitare i comportamenti alimentari che favoriscono le infiammazioni e per aumentare i cibi a PRAL negativo. Le ghiandole di Bartolini definite anche ghiandole vestibolari maggiori, sono due e parte dell’apparato genitale femminile esterno. Esse sono localizzate lateralmente e posteriormente all’orifizio della vagina. Durante l’orgasmo femminile, similmente all’eiaculazione maschile, si produce l’espulsione dalle ghiandole di una piccola quantità di un liquido denso, l’equivalente strutturale femminile del liquido prodotto nella prostata maschile. Le ghiandole di Bartolini evolvono in bartolinite quando evidenziano una fase infiammatoria, aumentando di volume e diventando dolenti. La bartolinite, da molti conosciuta come ascesso della ghiandola di Bartolini, è una delle forme ascessuali più fastidiose che ci siano. Spesso la infiammazione delle ghiandole di Bartolini arriva alle cure con un certo ritardo rispetto all’esordio per un senso del pudore talvolta connesso.La terapia convenzionale della bartolinite consiste nella somministrazione di antibiotici. Talvolta la ghiandola infiammata raggiunge però dimensioni notevoli rendendo necessaria l’incisione chirurgica dell’ascesso per superare l’infezione acuta. Queste terapie non prevengono però le recidive che non sono purtroppo rare. Pertanto si arriva talvolta a eseguire un intervento chirurgico per eliminare la ghiandola se continua a infettarsi.
La nutrizione può integrare favorevolmente nella cura della bartolinite per limitare il danno prodotto dall’infiammazione con strategie alimentari atte ad abbassarla progressivamente. In tale situazione è necessario anche contrastare l’acidosi associata ed equilibrare il carico glicemico ai ritmi circadiani del cortisolo. Secondo la nutrizione le abitudini alimentari interferiscono in modo significativo con il corretto equilibrio del cortisolo. Stress e nutrizione inadeguata comportano una disregolazione anche del ritmo circadiano dei glucocorticoidi favorevole alle infezioni. La nutrizione favorisce il ripristino dei rapporti circadiani corretti nell’introduzione del cibo. Questa modalità di lavoro della nutrizione permette il ripristino della circadianità del cortisolo che dovrebbe presentare l’acrofase intorno alle nove di mattina. Il ripristino della circadianità corretta del cortisolo assolve a compiti immunitari oltre che nutrizionali, migliorando le difese in caso d’infezione e riducendo la riposta infiammatoria. La nutrizione contribuisce inoltre in modo significativo alla prevenzione di una situazione metabolica iperacida. L’iperacidità di un paziente è tamponata in molteplici meccanismi metabolici compensatori tra cui la produzione di secreto vaginale maggiormente acido. In tale situazione si altera la normale flora batterica vaginale denominata di Döderlein aprendo la strada alle infezioni inclusa la bartolinite.
In nutrizione il paziente è sottoposto all’esame nutrizionale tramite misurazioni strumentali. La situazione metabolica del paziente è misurata tramite la bioimpedenziometria. La sequenza nutrizionale è valutata in nutrizione tramite l’elaborazione dei dati strumentali. Il medico imposta sequenze nutrizionali idonee per il singolo paziente, caratterizzate da un corretto carico glicemico nell’arco delle ventiquattro ore e un migliore equilibrio tra cibi acidificanti e alcalini. La sequenza nutrizionale prescritta alla paziente con bartolinite potrebbe anche essere impostata dalla nutrizione per un periodo limitato a PRAL (Potential Renal Acid Load) molto negativo. Si tratta in tal caso di una sequenza nutrizionale temporaneamente iperalcalina, tale da ridurre per un arco temporale strettamente monitorato dal medico, una concausa importante della bartolinite ovvero secrezione vaginale o metabolismo iperacido. La bartolinite è correlata sia ai campi emozionali, sia ai conflitti biologici. In relazione ai campi emozionali spesso la paziente sofferente di bartolinite evidenzia l’ ipocollera.
La nutrizione e la bartolinite sono interconnessi da precisi rapporti ormonali, biochimici e metabolici. La nutrizione può interferire favorevolmente su tali rapporti contribuendo a una migliore gestione della malattia. ll trattamento della bartolinite tramite nutrizione è integrativo di altri strumenti di terapia. La nutrizione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia.l trattamento tramite nutrizione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di preve