Ipercinetico: bambino ipercinetico e nutrizione coerente con il trattamento
Per il bambino ipercinetico è utile una nutrizione che consideri la circadianità del cortisolo e sia ricca di cibo a PRAL negativo . La sindrome del bambino ipercinetico è una patologia emergente di cui i sintomi principali sono iperattività, agitazione, facile eccitabilità, sonno ridotto, scarsa capacità di concentrazione e talvolta violenza. Il bambino ipercinetico può arrivare a comportamenti eccessivi senza motivo percettibile, evidenziati sopratutto durante processo di scolarizzazione. Spesso il bambino ipercinetico si mette e mette gli altri in situazioni pericolose. Questi comportamenti sono pertanto etichettati come pestiferi. Il comportamento del bambino ipercinetico determina nel tempo l’esclusione nei contesti sociali, condizione che concorre ad aggravare la loro situazione. Nel mondo anglosassone la sindrome del bambino ipercinetico è denominata ADHD Attention Deficit and Hyperactivity Disorder. Il bambino affetto ADHD esalta apparentemente senza motivo l’aggressività fisiologica insita in ogni essere vivente.Tale aggressività definisce in etologia l’impulso istintuale violento indirizzato al procacciamento di cibo, a garantire il possesso territoriale e la sopravvivenza. L’aggressività nella sua dimensione sensata è dunque funzionale alla soddisfazione di obiettivi biologici: auto sostentamento, rango sociale e possesso territoriale. Si ha aggressività per difendere un territorio, per organizzare la scala sociale gerarchica all’interno di un gruppo, permettere la collocazione sociale del più forte e per procacciarsi beni. Il termine aggressività ha linguisticamente una serie di vocaboli affini ognuno denotato da una particolare sfumatura dello stesso campo emozionale: collera, ira, irritabilità, ipercinesi, eccitabilità, prepotenza, dominanza o violenza. Gli animali combattono tra loro, ma questi comportamenti violenti sono però limitati come la loro pericolosità perché ritualizzati. Un comportamento aggressivo ritualizzato è una struttura convenzionale e ripetitiva che difficilmente tracima oltre i limiti della sua efficienza biologica. L’aggressività animale si evidenzia come suono, esibizioni di parti corporee con finalità di minaccia, movimenti repentini di avvicinamento, accerchiamento e combattimento corporale. Negli animali tale attivazione non diviene però ipercinesi.
La messa in funzione di questi comportamenti distrae comunque l’attenzione da tutto quello che non è funzionale agli stessi. Per tale motivo quando si scatena aggressività, l’attenzione, la concentrazione e la memorizzazione sono ridotte se non intimamente connesse allo svolgimento fisico del conflitto. Anche il sonno non è conciliabile con lo scatenamento delle reazioni ipercinetiche. Il bambino ipercinetico applica esageratamente comportamenti biologici naturali perdendo il loro senso ed efficienza. Questa condizione del bambino ipercinetico può causare danno o dolore ad altri e a sé. Il campo emozionale connesso è denominato ipercollera, denotando la perdita di fisiologia in relazione alle finalità biologiche. Gli antropologi presuppongono che l’aggressività esasperata sia una predisposizione tipica del genere umano. Come nel mondo degli adulti si può verificare una patologia delle emozioni, altrettanto avviene nei bambini. La patologia dell’uomo adulto tracima in vario modo nella sua discendenza. Le cause sono molteplici e diverse scuole di pensiero si contrappongono in merito. Concorrono in misura diversa alla sindrome del bambino ipercinetico cause genetiche, psicologiche, somatiche, sociali, biologiche, iatrogene e alimentari. Meglio è accettare una multi causalità nel bambino ipercinetico con prevalenza diversa nel singolo caso.
Sul piano ormonale la crisi acuta del bambino ipercinetico è correlata a una serie di cambiamenti ormonali e metabolici necessari per liberare rapidamente attività muscolare e governare la strategia di combattimento. Sono coinvolti nel processo alcuni neurotrasmettitori e l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene determina l’aumento di cortisolo e adrenalina nel sangue. La sindrome del bambino ipercinetico è una malattia complessa, dovuta a più cause e interconnessa a una complessa rete di sistemi neurali, ormonali e metabolici. Quando il bambino ipercinetico supera determinati limiti nella sua condizione, meglio definiti insieme con un operatore esperto, allora è necessario un trattamento. La terapia convenzionale del bambino ipercinetico consiste nella prescrizione di psicofarmaci e psicoterapia. La nutrizione può svolgere un ruolo nel trattamento. Una buona anamnesi e una visita medica precendono l’inserimento del bambino in nutrizione perchè essenziali per la diagnosi iniziale e sopratutto per escludere qualunque malattia organica, che possa provocare o peggiorare gli stessi sintomi.
Sul piano corporale la irritabilità del bambino ipercinetico comporta una alterazione dell’asse HPA con conseguente aumento del cortisolo nel sangue e una alterazione dei neurotrasmettitori specifici. Questa risposta endocrina e metabolica è caratterizzata da feedback regolativi,interconnessi anche alla nutrizione per via della secrezione d’insulina. Il rilascio a livello cerebrale di CRH nell’ipotalamo e noradrenalina nel locus coeruleus determina oltre alla stimolazione delle surrenali e all’instaurazione di un rapporto sfavorevole tra secrezione di cortisolo e DHEA, anche l’inibizione della secrezione d’insulina. Tali interazioni coinvolgono anche l’amigdala mediatrice della memoria emotiva.
Selezionare il cibo secondo le retroazioni ormonali indicate oltre a comportare un equilibrio di carichi e pertanto benessere fisico, determina anche migliore equilibrio emozionale. Tale condizione corrisponde a una minore reattività per il bambino ipercinetico. Gli stimolti irritanti affrontati nella vita quotidiana sono ovviamente sempre gli stessi, ma la capacità di gestirli è maggiore. La nutrizione può interferire favorevolmente sul bambino ipercinetico tramite feedback ormonali, contribuendo ad migliore equilibrio emotivo.
La nutrizione coerente con il trattamento non è applicata solo al fine di ottimizzare il peso forma, ma sopratutto per contenere la risposta infiammatoria e la acidificazione associata a molte patologie. Si tratta di una metodica complessa che considera la scelta del cibo e dello stile di vita parte integrante di una terapia. Una nutrizione coerente con il trattamento si associa efficacemente a terapia farmacologica consentendo di ridurne il dosaggio, motivo evidente per il quale è spesso banalizzata e trascurata nelle prescrizioni. Il trattamento tramite nutrizione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello