Osteopenia e nutrizione coerente con prevenzione o terapia
Nell’ osteopenia è utile una nutrizione coerente con prevenzione o terapia per modificare i comportamenti alimentari che la favoriscono come l’eccesso di alimenti acidificanti. Per osteopenia s’intende una malattia per cui lo scheletro diviene fragile e dunque soggetto a un maggiore rischio di fratture. La fragilità avviene in seguito alla diminuzione di massa e alle modificazioni della microarchitettura delle ossa. Si distingue un’osteopenia primaria da un’osteopenia secondaria ovvero quella che appare come sintomo correlato a un’altra patologia. L’ osteopenia primaria evidenzia un aumento di incidenza considerevole rendendo la prevenzione di questa patologia essenziale per il singolo come per i piani di sanità pubblica. Le linee guida di medicina convenzionale basano l’approccio a questa malattia prevalentemente sull’assunzione di calcio e vitamina D e estrogeni. Non è raro, purtroppo, che queste strategie terapeutiche per l’ osteopenia non ottengano i risultati sperati, principalmente a causa di situazioni endocrino-metaboliche che possono limitarne l’efficacia. La struttura ossea è composta da tessuto connettivo fortemente mineralizzato, attraversato dai necessari dotti sanguigni e linfatici. Della sostanza organica presente nell’osso, costituita in gran parte da collagene, fanno parte anche le cellule ossee, coinvolte nella varie fasi del metabolismo osseo. Queste cellule si suddividono in due fondamentali categorie:
● gli osteoclasti, cellule responsabili della scomposizione ossea
● gli osteoblasti, cellule responsabili della composizione ossea
Il prevalere dell’attività di una delle due tipologie di queste cellule è il principale fattore in grado di differenziare le fasi di crescita, mantenimento rimodellamento o demineralizzazione dello scheletro. Il massimo livello di densità ossea è solitamente raggiunto intorno ai vent’anni d’età, mentre dopo i trenta inizia di norma la sua diminuzione. Il rimodellamento osseo non solo è funzionale alla rigenerazione del tessuto ed all’adeguamento della struttura scheletrica alle sollecitazioni meccaniche a cui sia sottoposto, ma è altresì implicato nell’omeostasi del calcio, trovandosi nel tessuto osseo la principale riserva di calcio dell’organismo.
Il rimodellamento efficiente della struttura ossea dipende da fattori metabolici, endocrini connessi alla costituzione genetica, alle malattie sofferte e alle abitudini di vita. La nutrizione in questo concerto di variabili assolve a un ruolo rilevante, perché fornisce i costituenti del tessuto osseo, la loro biodisponibilità e predispone alle varie attività di rimodellamento. L’equilibrio con il calcio ione libero nel plasma non è tuttavia l’aspetto prevalente da considerare, perché il tessuto osseo riveste un ruolo fondamentale nel bilanciamento del pH corporeo, costituendo di per sé un sistema tampone contro l’acidosi. La decalcificazione prodotta al fine di preservare il pH corporeo può ovviamente portare all’aumento della fragilità ossea e a ipercalcemia. La carenza di sistemi tampone e una nutrizione acidificante contribuiscono significativamente con gli altri fattori all’insorgenza della osteopenia. Gli alimenti si distinguono tra acidificanti e basificanti a secondo della loro particolarità di indurre nel processo digestivo un eccesso di acidi o di basi. Una carenza di sistemi tampone pertanto attiva direttamente processi osteoclastici ovvero osteopenia, un impoverimento di massa ossea, con lo scopo di tamponare tramite tale processo una iperacidità metabolica.
La nutrizione contribuisce in modo significativo alla prevenzione di una situazione metabolica iperacida e dunque di osteopenia. La nutrizione prevede la misurazione strumentalmente della situazione del metabolica del paziente tramite bioimpedenziometria connessa a un portale per l’elaborazione dei dati. La sequenza nutrizionale prescritta al paziente di osteopenia viene corretta in nutrizione per un arco temporale proporzionale al danno. La sequenza è bilanciata a PRAL (Potential Renal Acid Load) negativo ovvero alcalina al punto da bilanciare sotto monitoraggio del medico, una concausa importante della osteopenia. Il trattamento in nutrizione della osteopenia viene integrato da sistemi tampone assunti per bocca nella misura indicata dalla strumentazione. Per il dolore che talvolta accompagna i pazienti conosteopenia è utile considerare come terapia antalgica priva di effetti indesiderati e acidificanti, l’agopuntura e l’agopuntura omeopatica. Il trattamento tramite nutrizione è integrativo e non sostitutivo di altri strumenti di terapia. Si consiglia di rivolgersi a un medico, verificando l’iscrizione dell’operatore presso Ordine dei Medici, assicurandosi che operi le scelte in terapia tramite l’ analisi della composizione corporea. Il trattamento in nutrizione del paziente non si contrappone ne sostituisce le linee guida della medicina convenzionale, ma al contrario stabilisce con esse una virtuosa collaborazione e una straordinaria opportunità anche a livello di prevenzione.
Dott. Fabio Elvio Farello